non sono io

Arturo Toscanini è stato un famoso direttore di orchestra che viene ricordato perchè amava riconoscere i meriti a coloro ai quali appartenevano, era un tipo meritocratico.

In un libro che parla della sua vita viene ricordato un episodio in cui la filarmonica di New York si alzò in piedi per omaggiare Toscanini che l’aveva diretta durante un’esecuzione della nona di Beethoven. Quando ci fu una pausa negli applausi Toscanini, con le lacrime agli occhi, disse: “Non sono io… è Beethoven…”.

Leggiamo in 1 Corinzi 15:1-11

Anche l’apostolo Paolo nelle sue lettere sottolinea il rifiuto di ricevere i meriti per la sua statura spirituale e la sua influenza. Egli sapeva bene di essere un padre spirituale per molti che avevano messo la loro fede in Cristo e ammise che aveva lavorato duro per incoraggiare la fede di molti (1 Corinzi 15:10).

Ma allo stesso modo, in coscienza, sapeva di non poter accettare gli applausi di coloro che aveva aiutato. Di fatto, Paolo esclamava: “Non sono io, fratelli e sorelle. E’ Cristo, Paolo non è niente”.

In Galati 2:20 egli affermò: “Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo ma Cristo vive in me. La vita che ora vivo nella carne, la vivo nelle fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me”.

Noi siamo solo strumenti nelle mani di Colui che merita riconoscimento, gloria e onore. Sappiamo bene chi merita la nostra riconoscenza per l’opera di salvezza compiuta sulla croce, per questo motivo possiamo dare al nostro Signore tutta la lode che merita.

Non io, ma Cristo.