il bambino col cappello

Una storia molto popolare negli Stati Uniti racconta di un bambino povero che viveva in campagna. Al passaggio del re, egli tolse il suo cappello dalla testa in segno di saluto. Ma non appena lo fece, un altro cappello gli apparve sulla testa. Questo provocò l’ira del re per la mancanza di rispetto nei suoi confronti. Il bambino rimuoveva cappello dopo cappello mentre veniva scortato in prigione per essere punito ma ogni volta succedeva qualcosa di strano, un nuovo cappello appariva sulla sua testa. Da notare che ogni volta che compariva un cappello, questo era più bello del precedente fino ad avere cappelli con gioielli e piume. Il cinquecentesimo cappello lasciò senza parole il re che rimase affascinato dalla sua bellezza tanto che decise di perdonare il bambino e comprare il cappello per 500 pezzi d’oro. Il bambino potè così tornare a casa libero e con i soldi per aiutare la sua famiglia.
Si tratta ovviamente di una favola ma che ci può dare spunto per una riflessione. Leggiamo in 2 Re 4:1-7.
Una vedova si recò dal profeta Eliseo mentre si trovava in difficoltà economiche. Temeva che i suoi figli sarebbero stati venduti e resi schiavi per pagare i suoi debiti, questa era una prassi comune ai tempi. La donna non aveva alcun bene se non un vasetto di olio. Eliseo diede delle indicazioni precise alla donna e lei seguì alla lettera ciò che il profeta gli aveva chiesto di fare senza far domande. Lei sapeva che Dio poteva risolvere i suoi problemi, aveva una fede totale. Il versetto 1 ci dice che suo marito faceva parte dei “discepoli dei profeti”, un gruppo di uomini che erano rimasti fedeli a Dio quando il popolo andava verso il paganesimo. Questi uomini avevano visto Dio compiere miracoli tramite Eliseo e pertanto sapevano che nulla era impossibile a Dio. La loro fede era la conclusione logica dell’esperienza e per questo ubbidivano con fiducia. Dio moltiplicò l’olio della vedova in modo da riempire abbastanza vasi e permettere alla donna di saldare il suo debito (versetto 7). Dio provvide finanziariamente alla vedova ma allo stesso modo ha dato a me la sua salvezza. Io sono in bancarotta a causa del peccato, ho un debito enorme nei confronti di Dio ma Gesù ha pagato per me e mi offre vita eterna.
Senza Gesù siamo come il bambino povero che non aveva mezzi per pagare il debito contratto con il re a causa delle offese che gli aveva recato. Il problema non era se lui lo avesse fatto volontariamente o meno, il re riteneva che ci fosse un debito che andava pagato. Dio ha provveduto in modo miracoloso l’enorme riscatto per noi e ci assicura che quelli che pongono la loro fiducia in Lui avranno vita abbondante per sempre. Dunque, anche oggi possiamo togliere il nostro cappello dalla testa per tributare al Re eterno la lode che Egli merita.